Lug
11
5 false convinzioni che mettono a rischio la tua impresa
5 false convinzioni che mettono a rischio la tua impresa
Oggi il mondo è inondato di notizie sulla sicurezza informatica. Sia che si tratti di un titolo di giornale che parla di un’azienda famosa colpita dagli hacker o del sistema informatico del tuo comune che cade vittima di un ransomware, non c'è modo di sfuggire alla "pandemia del crimine informatico".
Nonostante la recente impennata di attacchi informatici, c'è ancora un numero preoccupante di imprenditori che non considerano le proprie aziende un bersaglio. Questi imprenditori sono convinti che le proprie aziende non abbiano alcun valore per i criminali informatici: sono troppo piccole, troppo sconosciute o addirittura troppo sicure per essere colpite.
Tuttavia, queste convinzioni errate rendono le aziende più facili da colpire. L'eccessiva fiducia nella sicurezza o il fatto di non considerarsi un bersaglio porta le aziende ad abbassare la guardia, creando a loro volta opportunità per gli hacker.
Quindi, quali sono le idee sbagliate più comuni in materia di sicurezza che noi informatici ci sentiamo raccontare?
1. Non siamo un obiettivo per i criminali informatici.
Innanzitutto, tutti sono un obiettivo per i criminali informatici. Non importa quanto grande o piccola sia la tua azienda o quanti dati possediate: i criminali informatici vi vedranno comunque come un bersaglio. Quando ci rivolgiamo a nuovi clienti per parlare di cybersecurity, questa è la scusa che sentiamo più spesso. Tuttavia, una volta che abbiamo effettuato un controllo delle vulnerabilità (anche non troppo approfondito), i clienti sono spesso sorpresi dai risultati.
Spesso troviamo contenuti online che dimostrano che l'azienda è già stata colpita dagli aggressori. A volte troviamo anche falsi account sui social media in cui figure di spicco in azienda vengono impersonate, spesso inviando link dannosi nei loro post.
Questo dimostra che ogni azienda è un bersaglio. Le truffe di impersonificazione sono ampiamente utilizzate dai criminali informatici per indurre i consumatori a seguire falsi account di social media e a inviare contenuti dannosi.
Per proteggersi da questi attacchi, le aziende dovrebbero controllare regolarmente il web, identificando questi account dannosi e facendoli eliminare con l'aiuto di un partner di sicurezza o contattando direttamente il social network coinvolto.
2. La sicurezza informatica è un problema dell'IT, non riguarda le decisioni aziendali.
È un'affermazione che sentiamo troppo spesso e che dimostra quanto poco un'organizzazione conosca gli attacchi informatici. Un attacco riuscito è molto più di un semplice contrattempo tecnico; può danneggiare la vostra reputazione, rovinare la fiducia dei clienti, costare milioni di multe, danneggiare i prezzi delle azioni e, in alcuni casi, far crollare completamente l'azienda. Tutti questi aspetti rendono la cybersecurity una preoccupazione cruciale per il CEO e per l'intera azienda.
La formazione regolare di tutto il personale è essenziale. Questo non significa solo educare i dipendenti a non utilizzare link e allegati dannosi nelle e-mail, ma anche insegnare loro a capire le minacce come il ransomware e le cose da fare e da non fare sui social media.
L'eccessiva condivisione dei dipendenti sui social media è uno dei modi più semplici per i criminali informatici di ottenere informazioni su un'organizzazione. Insegnare loro i rischi dell'oversharing è il modo migliore per prevenirlo.
3. Abbiamo tutto sotto controllo.
Avere tutto sotto controllo è un miraggio, perché è impossibile coprire ciò che non si può vedere, e questa è la realtà per la maggior parte delle organizzazioni, grandi e piccole. Poiché sempre più dipendenti portano dispositivi personali sul posto di lavoro, la sicurezza diventa un problema molto complesso. Inoltre, molto spesso le organizzazioni aziendali presentano punti deboli nella loro infrastruttura di cui non sono consapevoli. Tuttavia, collaborando con un partner di sicurezza in grado di scansionare la rete alla ricerca di punti deboli e di inventariare tutti i dispositivi ad essa collegati, è possibile migliorare notevolmente la sicurezza.
4. Siamo a posto, abbiamo tutte le carte in regola.
Quando molte aziende si occupano di sicurezza informatica, lo fanno per conformità. Acquistano prodotti per risolvere i problemi di conformità e spuntano caselle credendo che questo li renda sicuri. Purtroppo questo non è vero. Le schede di conformità possono essere utili ma spesso finiscono a dormire nei cassetti. Spuntare una casella di conformità è solo un aspetto della sicurezza, che deve essere abbinato alla realizzazione di una strategia aziendale per la cybersecurity, alla formazione dei dipendenti e alla creazione di una cultura consapevole della sicurezza informatica.
La maggior parte dei cyberattacchi oggi è causata da dipendenti curiosi che cliccano su link dannosi o aprono allegati. L'implementazione ragionata di prodotti di sicurezza e la loro combinazione con la formazione sulla sicurezza sono la migliore difesa contro gli attacchi.
5. Il crimine informatico non avrà mai un impatto fisico.
Questa è un'altra idea sbagliata che sentiamo spesso e che può mettere a rischio le organizzazioni. Oggi la criminalità informatica non è solo un problema digitale, ma si riversa regolarmente nel mondo fisico (pensa ad esempio agli attacchi alle centrali elettriche). Che si tratti di un attacco ransomware che ha un impatto sulle forniture di beni di prima necessità o che si parli nei forum di hacking di dimostrazioni fisiche che si svolgono fuori dagli uffici di un'organizzazione, oggi non c'è limite a quanto la le minacce cyber possano ripercuotersi nel mondo fisico .
Le organizzazioni devono quindi iniziare a pensare anche agli attacchi cyber-fisici. Quale sarebbe l'impatto fisico di un attacco sulle nostre operazioni? Stiamo monitorando Internet per verificare la presenza di minacce fisiche che potrebbero avere un impatto sui nostri uffici e sul nostro personale? Considerando questi aspetti nell'ambito del programma di sicurezza generale di un'organizzazione, è possibile prepararsi a fronteggiare gran parte degli attacchi.
Queste sono solo alcune delle idee sbagliate più comuni che sentiamo quando ci avviciniamo a nuovi clienti e che potrebbero metterli a rischio. Tuttavia, collaborando con un partner di sicurezza fidato, è possibile affrontarle prima che mettano in pericolo l'organizzazione.
Fonte: Forbes
Nonostante la recente impennata di attacchi informatici, c'è ancora un numero preoccupante di imprenditori che non considerano le proprie aziende un bersaglio. Questi imprenditori sono convinti che le proprie aziende non abbiano alcun valore per i criminali informatici: sono troppo piccole, troppo sconosciute o addirittura troppo sicure per essere colpite.
Tuttavia, queste convinzioni errate rendono le aziende più facili da colpire. L'eccessiva fiducia nella sicurezza o il fatto di non considerarsi un bersaglio porta le aziende ad abbassare la guardia, creando a loro volta opportunità per gli hacker.
Quindi, quali sono le idee sbagliate più comuni in materia di sicurezza che noi informatici ci sentiamo raccontare?
1. Non siamo un obiettivo per i criminali informatici.
Innanzitutto, tutti sono un obiettivo per i criminali informatici. Non importa quanto grande o piccola sia la tua azienda o quanti dati possediate: i criminali informatici vi vedranno comunque come un bersaglio. Quando ci rivolgiamo a nuovi clienti per parlare di cybersecurity, questa è la scusa che sentiamo più spesso. Tuttavia, una volta che abbiamo effettuato un controllo delle vulnerabilità (anche non troppo approfondito), i clienti sono spesso sorpresi dai risultati.
Spesso troviamo contenuti online che dimostrano che l'azienda è già stata colpita dagli aggressori. A volte troviamo anche falsi account sui social media in cui figure di spicco in azienda vengono impersonate, spesso inviando link dannosi nei loro post.
Questo dimostra che ogni azienda è un bersaglio. Le truffe di impersonificazione sono ampiamente utilizzate dai criminali informatici per indurre i consumatori a seguire falsi account di social media e a inviare contenuti dannosi.
Per proteggersi da questi attacchi, le aziende dovrebbero controllare regolarmente il web, identificando questi account dannosi e facendoli eliminare con l'aiuto di un partner di sicurezza o contattando direttamente il social network coinvolto.
2. La sicurezza informatica è un problema dell'IT, non riguarda le decisioni aziendali.
È un'affermazione che sentiamo troppo spesso e che dimostra quanto poco un'organizzazione conosca gli attacchi informatici. Un attacco riuscito è molto più di un semplice contrattempo tecnico; può danneggiare la vostra reputazione, rovinare la fiducia dei clienti, costare milioni di multe, danneggiare i prezzi delle azioni e, in alcuni casi, far crollare completamente l'azienda. Tutti questi aspetti rendono la cybersecurity una preoccupazione cruciale per il CEO e per l'intera azienda.
La formazione regolare di tutto il personale è essenziale. Questo non significa solo educare i dipendenti a non utilizzare link e allegati dannosi nelle e-mail, ma anche insegnare loro a capire le minacce come il ransomware e le cose da fare e da non fare sui social media.
L'eccessiva condivisione dei dipendenti sui social media è uno dei modi più semplici per i criminali informatici di ottenere informazioni su un'organizzazione. Insegnare loro i rischi dell'oversharing è il modo migliore per prevenirlo.
3. Abbiamo tutto sotto controllo.
Avere tutto sotto controllo è un miraggio, perché è impossibile coprire ciò che non si può vedere, e questa è la realtà per la maggior parte delle organizzazioni, grandi e piccole. Poiché sempre più dipendenti portano dispositivi personali sul posto di lavoro, la sicurezza diventa un problema molto complesso. Inoltre, molto spesso le organizzazioni aziendali presentano punti deboli nella loro infrastruttura di cui non sono consapevoli. Tuttavia, collaborando con un partner di sicurezza in grado di scansionare la rete alla ricerca di punti deboli e di inventariare tutti i dispositivi ad essa collegati, è possibile migliorare notevolmente la sicurezza.
4. Siamo a posto, abbiamo tutte le carte in regola.
Quando molte aziende si occupano di sicurezza informatica, lo fanno per conformità. Acquistano prodotti per risolvere i problemi di conformità e spuntano caselle credendo che questo li renda sicuri. Purtroppo questo non è vero. Le schede di conformità possono essere utili ma spesso finiscono a dormire nei cassetti. Spuntare una casella di conformità è solo un aspetto della sicurezza, che deve essere abbinato alla realizzazione di una strategia aziendale per la cybersecurity, alla formazione dei dipendenti e alla creazione di una cultura consapevole della sicurezza informatica.
La maggior parte dei cyberattacchi oggi è causata da dipendenti curiosi che cliccano su link dannosi o aprono allegati. L'implementazione ragionata di prodotti di sicurezza e la loro combinazione con la formazione sulla sicurezza sono la migliore difesa contro gli attacchi.
5. Il crimine informatico non avrà mai un impatto fisico.
Questa è un'altra idea sbagliata che sentiamo spesso e che può mettere a rischio le organizzazioni. Oggi la criminalità informatica non è solo un problema digitale, ma si riversa regolarmente nel mondo fisico (pensa ad esempio agli attacchi alle centrali elettriche). Che si tratti di un attacco ransomware che ha un impatto sulle forniture di beni di prima necessità o che si parli nei forum di hacking di dimostrazioni fisiche che si svolgono fuori dagli uffici di un'organizzazione, oggi non c'è limite a quanto la le minacce cyber possano ripercuotersi nel mondo fisico .
Le organizzazioni devono quindi iniziare a pensare anche agli attacchi cyber-fisici. Quale sarebbe l'impatto fisico di un attacco sulle nostre operazioni? Stiamo monitorando Internet per verificare la presenza di minacce fisiche che potrebbero avere un impatto sui nostri uffici e sul nostro personale? Considerando questi aspetti nell'ambito del programma di sicurezza generale di un'organizzazione, è possibile prepararsi a fronteggiare gran parte degli attacchi.
Queste sono solo alcune delle idee sbagliate più comuni che sentiamo quando ci avviciniamo a nuovi clienti e che potrebbero metterli a rischio. Tuttavia, collaborando con un partner di sicurezza fidato, è possibile affrontarle prima che mettano in pericolo l'organizzazione.
Fonte: Forbes
Hai bisogno di supporto? Contattaci allo 0423.83699 o scrivi una mail a sales @ infotre.it